Il ministro italiano dei trasporti Ruffini emanò il 25 giugno 1977 il decreto “Nuovo sistema di targatura”, destinato a rivoluzionare targhe e sistema d’immatricolazione con l’introduzione dell’inedito formato-targa 115 X 340, di sigle provinciali alfanumeriche per i capoluoghi di provincia e dell’ altrettanto inedita progressione alfanumerica con partenza da A00-AA. Forse troppo rivoluzionario, tale schema fu abbandonato: col DM 29 gennaio 1982 il successivo ministro Balzamo abrogò buona parte del decreto, introducendo nuove targhe metalliche (uscite poi nell’aprile 1985) in nero su bianco che si rifacevano al modello in plastica “in due pezzi” del 1974. Solo la targa anteriore si ispirava al decreto del 1977 adottandone le misure. Il formato mai nato ebbe migliore sorte sotto forma di targhe italiane speciali: fu adottato dall’ Esercito Italiano (E. I.) nell’aprile 1980, poi dalla Guardia di Finanza (G.diF.) nel marzo 1981, e ancora dai Vigili del Fuoco (V.F.) nel luglio 1982, e successivamente su gran parte delle targhe militari e speciali.
E’ curioso il fatto che lo Stato vaticano decise quasi subito di adottare per le sue nuove targhe l’ inedito formato italiano destinato all' abbandono dal nostro Ministero dei Trasporti: così la targa vaticana posteriore di tipo 5 adottò dimensioni e caratteri proprio del modello italiano del 1977.
targa tipo 5
La data precisa dell 'introduazione di queste targhe resta un mistero. Taverna ne fece la prima osservazione nel luglio 1983 nel corso della visita del pontefice Giovanni Paolo II a Milano, descrivendo una nuova targa del tipo “SCV xxx” in un formato simile a quello delle nuove targhe militari italiane. Analizzando fotografie d' epoca ritengo di poterla collocare tra la fine del 1979 e l' inizio del 1980.
La targa posteriore è costituita da una lamina di lamiera di alluminio spessa un millimetro, è piana, senza cioè bordo di contorno rilevato, ha gli angoli arrotondati e quattro fori naturali di fissaggio. Lo sfondo è bianco opaco, i caratteri sono neri o rossi e rilevati, con la tecnica dell’imbutitura, di mm 1,4.
Le misure fondamentali sono:
altezza targa mm 115
lunghezza targa mm 340
caratteri: altezza per larghezza mm 65 X 31
larghezza cifra 1 mm 15
spessore del tratto mm 6,5
spazi laterali mm 28
spazio tra lettere e cifre mm 40
spazio tra lettere e tra cifre mm 14
diametro del sigillo ufficiale mm 12
La targa può virtualmente essere suddivisa in due parti uguali affiancate: a sinistra vi è la sigla S.C.V. , con ciascuna lettera seguita in basso a destra da un punto rotondo. Questo gruppo ha posizione fissa: qualunque sia il numero di cifre a fianco, è sempre al centro dello spazio di sinistra e i punti tondi sono sempre a mm 5 dal margine destro di ciascuna lettera. Il numero d’immatricolazione occupa lo spazio di destra e può essere di due o tre cifre a partire da 11. Anche il gruppo numerico è centrato nel suo spazio, per cui la simmetria è totale solo in presenza di tre cifre. In presenza della cifra 1 vengono aumentati gli spazi tra le cifre stesse. Se il numero è di due cifre, queste sono maggiormente distanziate tra loro e comunque centrate nel campo di destra aumentando ovviamente lo spazio libero dal margine.
A mm 15 dal bordo inferiore, esattamente sulla verticale immaginaria che taglia in due la targa, è praticato un foro del diametro di mm 8 in cui è applicato il sigillo ufficiale di piombo dello Stato: il diritto ha il disegno dello stemma vaticano, il verso la sigla “RAV”, Registro Autoveicoli Vaticani. La grafica e le misure dei caratteri, lettere e cifre, sono senza ombra di dubbio quelle del citato decreto italiano del 1977, con la sola eccezione delle cifre 6 e 9 che nel modello vaticano presentano l’ estremità libera più chiusa e arrotondata.
La targa anteriore riprende le dimensioni del precedente tipo 4 ed è costituita da una lamina in alluminio spessa un millimetro, con gli angoli arrotondati e quattro fori naturali di fissaggio ed ha il bordo di contorno perfettamente piano. I caratteri, in rilievo, sono neri o rossi e lo sfondo bianco opaco. Da sinistra si osservano la sigla S.C.V. puntata e il numero d’immatricolazione di due-tre cifre.
Si ripresenta la simmetria che ho descritto per la targa posteriore con sigla e gruppo numerico nettamente separati dallo spazio centrale.
Queste sono le misure fondamentali:
altezza targa mm 62
lunghezza targa mm 267
caratteri: altezza per larghezza mm 41 X 20
spessore del tratto mm 3,5
spazi laterali mm 27
spazio tra lettere e cifre mm 14
spazio tra lettere e tra cifre mm 35
Esaminando i caratteri si nota la somiglianza a quelli delle targhe italiane in plastica utilizzate dal febbraio 1963 al 1985. Nella targa vaticana però lo spessore del tratto è minore per cui gli elementi appaiono stilizzati e sottili.
Nel confronto tra la targa anteriore tipo 5 e la corrispondente posteriore, al di là dell’ovvia differenza di dimensioni, notiamo che le tre lettere e le cifre 0, 1, 4, 6, 7, e 9 sono simili mentre le restanti cifre 2, 3, 5 e 8 evidenziano marcate differenze.
Confrontando infine il tipo 5 anteriore con il modello precedente, il tipo 4 anteriore, osserviamo diversità nella S e in ben sei cifre: 1, 3, 6, 7, 8 e 9.
Restando a quest’ ultimo confronto, le due targhe di uguale hanno solo le dimensioni ma sono strutturalmente molto diverse. Le differenze possono essere così riassunte:
tipo 4 tipo 5
bordo rilevato bordo tutto piano
caratteri “pieni” caratteri sottili e stilizzati
caratteri “affollati” caratteri ben distanziati.
(nel tipo 4 ricordo che i caratteri "affollati" si osservano nel 50% delle targhe)
targa anteriore tipo 4
targa anteriore tipo 5
Per quanto concerne la parte normativa ho verificato, avendo anche la conferma ufficiale, che non fu emanato alcun decreto in proposito, adeguando semplicemente le nuove targhe al modello italiano previsto dal decreto del giugno 1977. L’ esistenza della serie di targhe “rosse”, ovviamente oltre a quella per i veicoli a disposizione del Pontefice, è stata per molti anni documentata unicamente dalla coppia SCV 33, appunto in rosso su bianco, presente in una collezione americana. Dal 2016 i due esemplari sono di proprietà dell' americano Richard Ralidis. Nel marzo 2009 in occasione della visita autorizzata presso la Motorizzazione Vaticana ci è stata mostrata una vettura Mercedes-Benz con targhe tipo 5 : si tratta di una imponente limousine modello 600 donata a Giovanni Paolo II e depositata in un locale dell’ officina dei veicoli, in passato utilizzata pochissimo proprio a causa delle dimensioni ingombranti. E’ targata, in rosso su bianco, SCV 50. Dunque il tipo 5 comprendeva sicuramente targhe “rosse” destinate ai veicoli di rappresentanza dei dignitari dello stato e del Governatorato e ai cardinali di Curia. Tale serie numerica potrebbe essere SCV 11-50, sulla base di qualche dato disponibile.
targa tipo 5 "Serie rossa"
SCV 62 è ancora una Mercedes-Benz, una berlina nera modello 220, sicuramente per uso ufficiale, come si evince da una vistosa insegna vaticana applicata sulle portiere anteriori e dall' ovale CD. A lato della targa posteriore inoltre si nota la presenza di un pannello quadrato con lo stemma policromo vaticano. Le targhe sono “nere”. Nel 2013 ho avuto la fortuna di esaminare, ritirata in Vaticano, la Mercedes-Benz riservata al card. Casaroli, Segretario di Stato vaticano dal 1979 al 1990. Il veicolo è conservato in ottime condizioni, e perfette sono le targhe originali, di tipo 5, in nero su bianco: SCV 63. Dunque il passaggio tra le due serie possiamo fissarlo con certezza tra SCV 50, più alta targa “rossa” e SCV 62, più bassa targa “nera” osservate. Penso però che, ragionevolmente, il passaggio si possa collocare tra SCV 50 e SCV 51.
La tabella relativa alle targhe tipo 5 è così caratterizata:
SCV 1-10 rosso su bianco, veicoli del Pontefice
SCV 11-50 rosso su bianco, veicoli di rappresentanza, dei Cardinali e Dignitari dello Stato
SCV 51-430 nero su bianco, veicoli dello Stato
Il lettore attento avrà certo notato che ho modificato la mia tabella originale, togliendo dal blocco di targhe "nere" le auto private dei cittadini vaticani. Una comunicazione ufficiale della Motorizzazione Vaticana (15 novembre 2013) chiarisce infatti che tali veicoli erano immatricolati con targhe italiane "Escursionisti Esteri". Dal 1984 le targhe impiegate erano quelle previste dal Decreto Min. 11/11/1982: nero su bianco riflettente, mm 115x340, formato EE-nnn-AA, correlate, in alto da sin., dallo stemma della repubblica, dallo spazio per le placchette rosse (facoltative) con mese/anno di scadenza e dall' ovalino con la sigla "I". Le due lettere finali erano assegnate in blocchi agli uffici provinciali della Motorizzazione Civile autorizzati al rilascio. L'immagine che segue è esemplare: datata novembre 1985, mostra il cardinale francese Gabriel-Marie Garrone (Aix-les Bains 1901, Roma 1994) in Vaticano mentre scende da un' utilitaria con targa EE-290-AM. La vettura apparteneva verosimilmente ad un cittadino vaticano, se fosse stata di proprietà del cardinale (Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura) avrebbe avuto targhe italiane diplomatiche tipo CD-nnn-XG, riservate tra gli altri ai cardinali di Curia.
Talvolta venivano tuttavia notate auto private con targhe SCV: si trattava verosimilmente di vetture sello Stato concesse in uso a persone prive di cittadinanza vaticana ma ricoprenti incarichi di alto livello. Ad esempio un direttore dei servizi sanitari degli anni '80, che io conobbi, mi informò che per tutto il periodo del suo incarico ebbe in uso una vettura targata SCV (il numero lo conosco, ma per motivi di privacy non lo riporto).
Le targhe tipo 5 rimpiazzarono completamente le vecchie targhe entro il 1985 e ancora una volta si ricorse alla reimmatricolazioni, mantenendo i vecchi numeri su nuove targhe. Già il 31 dicembre 1987 però ne cessò la fabbricazione, e resta un mistero l’ultimo numero. Non ho trovato dati certi oltre 430, in teoria la conclusione dovrebbe essere 499, dato che il numero successivo risulta ufficialmente essere, nella forma SCV 00500, il primo della attuale vigente numerazione. Il più alto numero in assoluto osservato è SCV 526, ma si tratta di un dato poco utile perché riferito ad una targa di tipo 4 nel 1975.
A differenza di ciò che si era frequentemente verificato sui veicoli dal 1930 ad ogni passaggio a targhe di nuovo formato, ovvero la ritargatura con lo stesso numero su targhe nuove, quelle di tipo 5 ebbero un trattamento diverso: il 1° gennaio 1988 iniziò infatti l’impiego del nuovo tipo 6 sui veicoli di prima immatricolazione, ma le targhe 5 non furono sostituite sui mezzi circolanti e rimasero in uso sino alla cancellazione definitiva del veicolo stesso. E per parecchi veicoli la cancellazione avvenne solo molti anni dopo: sono emblematici i casi di alcuni autobus utilizzati per il trasferimento di turisti su brevissimi tragitti, da piazza San Pietro ai Giardini o ai Musei Vaticani. Il loro impiego così limitato li rese longevi, e ancora a metà degli anni ’90 circolavano con la loro targa originale.
Alcuni casi rilevati:
SCV 118 Fiat Regata, maggio 1993
SCV 172 Opel Ascona, maggio 1993
SCV 397 e SCV 430 bus Mercedes modello O 303, circolanti nel 1997
SCV 417 pulmino 850 Fiat del Servizio dei Vigili del Fuoco Vaticani
SCV 200 furgone 900 Fiat, circolante nel 1993
SCV 364 Iveco 60.11 Servizio postale, circolante nel 2003
SCV 424 Fiat Ducato ambulanza, in servizio nel 2002
Anche un certo numero di autovetture di rappresentanza, dunque grosse berline nere, soprattutto Mercedes-Benz, mantenne le targhe originali di tipo 5. I numeri sono piuttosto sparsi, ma, come prevedibile, generalmente bassi. Ricordo un piccolo blocco di Mercedes e BMW targate da 120 a 130; di SCV 125 ho la foto del 2002 .
Nel parcheggio adiacente la Motorizzazione vaticana (piazzale Santa Rosa) erano presenti nel marzo 2009 alcuni vecchi veicoli, probabilmente in attesa di essere demoliti, ancora dotati di targa di tipo 5:
SCV 173 autocarro Fiat 662N2
SCV 373 “
SCV 282 furgone Fiat Fiorino
Nel 2010 i tre veicoli risultano rimossi. Penso che non vi sia più alcun veicolo circolante con targhe di questo tipo, ma con un paio di considerazioni.
1- Nel 2011 era in circolazione un veicolo privato Citroen “Berlingo” targato SCV 317. Evidentemente il proprietario aveva mantenuto le targhe tipo 5 di un precedente mezzo spostandole su quello nuovo.
2- La segnalazione più sorprendente è quella relativa ad una foto del luglio 2019 che raffigura un Fiat Doblò munito di targhe SCV 421 di tipo 5. Si tratta di una reimmatricolazione, dal momento che la vettura è in commercio dal 2009 mentre la targa risale agli anni '80. Probabilmente il titolare di questa immatricolazione ha voluto mantenere la stessa targa, operazione forse compiuta più di una volta negli anni. La targa (foto 827) appare in eccellenti condizioni: d' altra parte se fosse risultata deteriorata o poco leggibile, sarebbe stata eliminata e si sarebbe proceduto ad una nuova immatricolazione. C'è comunque da chiedersi perchè in un lasso di tempo di circa 30 anni non sia mai stata segnalata. Non escludo pertanto che la targa SCV 421 sia rimasta a lungo parcheggiata negli scaffali della Motorizzazione vaticana per essere ad un certo punto rimessa in servizio.
Le targhe tipo 5 furono prodotte dunque per pochi anni, rimanendo però in uso per parecchi anni ancora. Disponiamo così di molte fotografie ed osservazioni, ma sempre di targhe “nere”, mai “rosse”. Eppure queste ultime non erano pochissime, almeno una quarantina, come abbiamo visto, da SCV 11 a SCV 50, se non di più. Perché non sono mai state osservate in circolazione? Nemmeno Troncatti, attento osservatore di targhe vaticane, ne vide durante il suo soggiorno nell’ estate 1987, aggirandosi a lungo nei pressi di piazza San Pietro, dunque in un’ eccellente zona di osservazione. Io ritengo che, molto semplicemente, non si vedevano perché non c’ erano! Intendo dire che ne furono realmente impiegate pochissime rispetto a quelle previste, solo su alcune auto di rappresentanza e su quelle al servizio delle più alte cariche dello stato. L’ orientamento forse era quello di abolire progressivamente le targhe “rosse” quale sorta di privilegio storicamente legato ai decenni precedenti in favore di targhe “nere” ordinarie, mantenendo le prime in esclusiva per i veicoli del Pontefice. Potrebbe rientrare in questo ipotesi il fatto che la citata Mercedes-Benz SCV 63 al servizio del card. Casaroli non fosse "rossa", come invece avrebbe dovuto essere in modo del tutto ovvio.
SERVIZIO SANITARIO VATICANO
Il primo atto formale relativo all'istituzione di un presidio sanitario nel territorio vaticano risale al 10 ottobre 1893, data in cui papa leone XIII approvò il "Regolamento del Servizio di Assistenza Sanitaria e di Igiene dei Sacri Palazzi Apostolici". Successivamente, con ordinanza del Governatore Serafini del 28 settembre 1929, la giurisdizione in materia venne trasferita dal Prefetto dei Sacri Palazzi Apostolici al Governatore stesso. Nel contempo fu istituita una Guardia medica permanente con ambulatorio medico-chirurgico annesso alla Farmacia vaticana. Nel 1943, durante il pontificato di Pio XII, i Servizi Sanitari acquisirono autonomia amministrativa nell' ambito del Governatorato e nel 1969, durante il pontificato di Paolo VI, con decreto fu costituita la Direzione dei Servizi Sanitari. Più recentemente, la legge sul Governo dello Stato del 16 luglio 2002 ne ha definito e articolato le finalità e le competeze territoriali. Infine il Nuovo regolamento della Direzione Sanità e Igiene (11 febbraio 2022) è stato confermato con l' attuale Legge sul Governo dello Stato emanata "motu proprio" da Papa Francesco il 25 novembre 2018. La revisione generale della materia si è resa necessaria sia per l' ampliamento delle funzioni sanitarie che per la necessità di affrontare eventuali emergenze dovute alla presenza in piazza san Pietro, in determinate occasioni, di folle molto consistenti, fino a 100.000 persone per evento. Così la sanità vaticana è suddivisa in quattro aree: sanità pubblica, assistenza medicosanitaria, guardia medica e pronto soccorso, vigilanza farmaceutica.
AMBULANZE SCV
La prima ambulanza in Vaticano risale agli anni '50. A quell'epoca i servizi sanitari erano minimi per vari motivi: il turismo in piazza san Pietro e nei Giardini Vaticani poco consistente, i flussi religiosi festivi altrettanto modesti, l' asistenza sanitaria per i cittadini vaticani, dal papa ai cardinali, dai funzionari ai dipendenti era gestita nell' ambito di Roma più che entro le mura leonine. Un' ambulanza era più che sufficiente per un' eventuale emergenza. Il numero complessivo di veicoli sanitari tra gli anni '50 e gli anni '70 penso sia valutabile in 7-8 mezzi. Solo a partire dagli anni '80 il marcato incremento dei flussi turistici in Vaticano e le uscite del papa e del suo seguito fuori dallo Stato hanno cominciato a richiedere un servizio sanitario più strutturato per mezzi e persone così che numerosi veicoli sanitari con targhe SCV sono entrati in servizio. Ma intanto erano comparse le targhe tipo 6 e poi tipo 7, quindi questi veicoli li analizzo nei paragrafi dedicati. Quello che segue è l'elenco dei mezzi sanitari storici conosciuti.
SCV 218 la prima immatricolazione (targhe tipo 4) è di un furgone Lupetto nel 1966; Negli anni '80 nuove targhe tipo 5 passarono ad un' ambulanza Fiat Ducato.
SCV 230 solo una segnalazione tutta da verificare.
SCV 300 ambulanza Fiat 238.
SCV 401 ambulanza Fiat 238, targhe tipo 4.
SCV 424 ambulanza Fiat Ducato (targhe tipo 5) ancora in servizio nel 1988.
SCV 450 ambulanza Fiat 1100d immatricolata nei primi anni '60 con targhe tipo 4
1981: AMBULANZA PERSONALE DI PAPA GIOVANNI PAOLO II
Il drammatico attentato del 13 maggio 1981 fortunatamente non costò la vita a Wojtyla, che però corse un grandissimo rischio anche a causa dei carenti servizi di sicurezza e sanità. Basti pensare che il papa fu trasferito dalla "Campagnola" su di un' ambulanza vaticana "sgangherata" per cui si perse tempo ad attendere una secondo mezzo più attrezzato che però tardò essendo bloccato dalla folla presso il colonnato di piazza San Pietro. Per una mancata comunicazione la polizia italiana attendeva il pontefice ferito all' Arco delle Campane, mentre l' ambulanza uscì da Porta Sant'Anna per raggiungere il policlinico Gemelli e prima di giungere a destinazione la sirena si ruppe e l' autista dovette farsi strada nel traffico a suono di clacson. Nei mesi successivi furono avviate le procedure per l' acquisto di una nuova ambulanza. Come modello base fu scelto un veicolo della gamma commerciale Mercedes-Benz, il T1/310, in produzione dal 1977. Questo veicolo era dotato di grande versatilità, ed era diffuso in molti paesi, oltre alla Germania, sia nelle versioni base che con allestimenti speciali. L'elaborazione tecnica fu affidata alle officine Grazia di Bologna. Questa azienda fondata nel 1938 da Oliviero Grazia, si era imposta negli anni con un' ottima collocazione nel variegato settore degli allestimenti speciali, servendo esercito, polizia, croce rossa, enti sanitari oltre a fornire blindature per auto, allestimenti per furgoni funebri e molto altro ancora. L'azienda raggiunse negli anni '80 l' apice della propria attività arrivando a toccare i 160 dipendenti poi per una serie di cause e di sfortunate coincidenze entrò in crisi e nel 2000, dopo 62 anni di intensa attività, dovette chiudere i battenti. L' ambulanza realizzata per il Vaticano presentava una livrea esterna a bassa visibilità di colore verde-azzurro, con tettuccio bianco, vetri scuri non smerigliati e un dispositivo di segnalazione luminosa limitato a quattro faretti blu, due anteriori e due posteriori. Nel vano posteriore furono montate le migliori apparecchiature elettro-medicali disponibili all'epoca, prodotte da un' azienda leader nel settore, la Galileo-OTI di Firenze. Il veicolo fu immatricolato con targhe tipo 5, ma purtroppo non vi sono immagini. Le uniche due foto disponibili sono quelle ufficiali di fabbrica, una con vista frontale, senza targa, ed una con il dettaglio del vano posteriore.