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Storia

L’entrata in Roma dei bersaglieri del gen. Lamarmora  attraverso la breccia di Porta Pia (20 settembre 1870)  segnò la fine del potere temporale dei papato.  Il vasto stato pontificio,  esteso dalla Romagna alla Campania, diventava parte integrante del regno d’ Italia unificato e come prima conseguenza  il pontefice regnante  Pio IX  (Giovanni Maria Mastai-Ferretti ) si ritirava nei suoi palazzi,  prigioniero volontario nella città che era stata sua  e che stava per essere proclamata capitale d’ Italia.
Così nasceva la “questione romana”, che sarebbe stata per 60 anni elemento dominante della politica interna del giovane regno d’ Italia. La diplomazia italiana elaborò subito un documento di tutela del papa e della chiesa,  che divenne “legge delle Guarentigie” (“Garanzie”)  il 13 maggio 1871.  Si fondava su due premesse,  l’ estinzione dello stato pontificio  e la natura unilaterale dei provvedimenti.  I capisaldi del  documento  erano:  la parificazione del pontefice  al re,  il riconoscimento  al pontefice della piena libertà di esercizio del suo ministero,  il riconoscimento del  diritto di legazione attiva e passiva,  la concessione  ai cardinali di libertà di circolazione e di funzione.  Al pontefice era inoltre garantita una cospicua rendita monetaria ed il godimento  dei palazzi apostolici Vaticano e Lateranense,  oltre a proprietà in  Castel Gandolfo.
La Santa Sede non accettò mai  questa legge:  con l’ enciclica “Ubi nos”, emanata con sollecitudine il 15 maggio 1871,  Pio IX  ne rifiutò la validità  partendo dal presupposto che un potere laico non  poteva in alcun modo limitare  il potere  papale, concesso direttamente da Dio.
Le  posizioni diametralmente opposte  dello Stato e della Chiesa  determinarono continui elementi di attrito,  ma fin da subito le due diplomazie avviarono consultazioni  per affrontare le questioni più spinose.  Le trattative  si protrassero a piccoli passi per molto tempo,  ma solo  l’ avvento del regime fascista  di Mussolini nel 1922 avvicinò la soluzione definitiva.  Il governo fascista si trovò infatti nella necessità  di risolvere  un fastidioso problema  recuperando, nel contempo,  credibilità e consenso nella parte più moderata della popolazione italiana. Anche la Chiesa dal canto suo  avvertì la sopravvenuta necessità di chiudere  l’ annoso contenzioso sia economico che  normativo col regno d’ Italia.  La definitiva conciliazione tra Stato e  Chiesa  avvenne  con  la firma bilaterale  del Concordato  l’ 11 febbraio 1929. 
Lo stato della Città del Vaticano  nacque  di fatto il  7 giugno 1929,  giorno della ratifica degli accordi e  dell’ emanazione da parte di Pio XI  (Achille Ratti) della legge vaticana numero I, denominata “Legge fondamentale”.  Le targhe  SCV  invece  furono istituite dalla legge  pontificia numero XII   (“Regolamento per la circolazione degli autoveicoli”)  firmata dal Governatore Serafini  il 31 gennaio 1930.