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SCV 11-12 (1967)

SCV 11 e 12:  Le “strapuntinate”
 



La Mercedes-Benz fece debuttare al salone dell’automobile di Francoforte nel 1965 la nuova “300SEL”, una vettura di grandi dimensioni, addirittura maestosa e lussuosa,  presentata come modello top dell’intera gamma  disponibile.  Per le sue caratteristiche la 300SEL si qualificava come limousine di  rappresentanza avendo come target capi di stato, politici e personalità di alto rango. La vettura era davvero imponente, con una lunghezza 5 metri nella versione a passo lungo (passo di mm. 2850, contro mm. 2750 e lunghezza totale di 4,9 metri per la versione a passo corto) ed una larghezza altrettanto ragguardevole di mm. 1810.  Il motore di 3 litri di cilindrata (2966 cc.) ad iniezione meccanica Bosch erogava una potenza di 170 CV per una velocità massima di 190 Km/ora. Punti di forza dell’ auto erano estetica e confort:  la prima si avvaleva di finiture pregiate, di cromature esterne e abbondante uso del legno per gli interni, mentre il comfort era assicurato da un sistema di climatizzazione e dalle sospensioni pneumatiche al posto delle consuete molle. Nella sigla “SEL” la lettera “L” stava appunto per “luftfederung”, ovvero sospensioni pneumatiche. Il circuito delle sospensioni  era composto da un compressore d'aria, azionato dal motore, da un serbatoio di accumulo posto all'interno del parafango anteriore sinistro (a ridosso del fanale anteriore), da una valvola distributrice principale, da due valvole di regolazione di livello anteriori e una posteriore, oltre che da quattro "cuscini" in gomma che sostituivano le tradizionali molle. Oltre ad isolare e filtrare le asperità della strada il vantaggio di questo sistema era quello di essere autolivellante, mantenendo costante l'assetto del veicolo indipendentemente dal carico. La 300SEL fu prodotta solamente fino al dicembre 1967, e fu sostituita all’inizio del 1968 dalla 300SEL 2,8 e dalla più potente 300SEL 6,3. La produzione complessiva ammontò a soli 2369 esemplari, numero esiguo ma chiaramente riferibile al target clientelare  così elitario. Nella primavera del 1967 furono acquistate dalla Città del Vaticano due 300SEL di colore nero, che entrarono a far parte del garage nobile e furono destinate alla Segreteria generale e più in particolare ai servizi di protocollo. Furono immatricolate SCV 11 e SCV 12, ovvero, escludendo i numeri 1-10 attribuiti al garage pontificio, con i numeri più bassi, secondo la prassi vaticana di riservare i numeri più bassi alle auto adibite ai servizi più prestigiosi.  Grazie alle dimensioni generose l’abitabilità di queste vetture era ottima. Negli schienali delle poltrone anteriori erano inseriti “a scomparsa”, ovvero estraibili all’occorrenza, due seggiolini ribaltabili, tecnicamente “strapuntini”, da cui il termine “strapuntinate” con cui erano conosciute familiarmente le due vetture. Su di essi all’ occorrenza potere sedere i segretari, o gli accompagnatori dei passeggeri della vettura che stavano comodamente seduti di fronte nel divano posteriore. Appena dietro ai fari anteriori erano posizionate  due aste metalliche su cui erano montate le bandierine, a sinistra quella vaticana e a destra quella della nazione di appartenenza della personalità a bordo. Le due 300SEL venivano utilizzate per servizi di protocollo, ovvero per gli spostamenti dei cardinali di curia in occasione di incontri istituzionali fuori dal Vaticano, e per accompagnare capi di governo e di stato stranieri in visita al pontefice. Si ricorreva indifferentemente ad entrambe, ma fu la SCV 12  l’auto di servizio del Segretario di Stato vaticano (durante il pontificato di Paolo VI),  card. Jean-Marie Villot da maggio 1969 a marzo 1979 e del suo successore,  card. Agostino Casaroli  (in carica da luglio 1979 a dicembre 1990) solo per un  breve periodo poiché l’ auto fu dismessa agli inizi degli anni’80.  All’epoca dell’arrivo delle due Mercedes-Benz la Città del Vaticano emetteva targhe tipo 4 (1960-1982), e in effetti le targhe anteriori SCV 11 e SCV 12 ne hanno le caratteristiche previste: misurano mm 267 x mm 62 e presentano in nero su bianco la sigla S.C.V.  seguita dal numero. Le targhe posteriori invece non hanno le caratteristiche del tipo 4 citato, ovvero il formato quadrato  alto mm 200  e lungo mm 275 ed i caratteri disposti su due file, bensì misurano mm 140 x  350 ed i caratteri, in nero su bianco, sono disposti su di una sola fila con la sigla S.C.V. prima del numero: tale formato è riconducibile alle targhe vaticane tipo 3, introdotte nel 1938, che erano utilizzate esclusivamente su vetture dello stesso tipo delle “strapuntinate”, cioè limousine di alta rappresentanza per servizi protocollari. I numeri di targa delle 300SEL poi sono gli stessi delle targhe del 1938.  Si tratterebbe allora dell’ impiego dello stesso formato per analogia, ma con dimensioni leggermente diverse.   Va detto  poi che un formato “alto” è visivamente poco adatto a contenere numeri di due cifre e che  le  Mercedes-Benz di quel modello erano predisposte preferibilmente al  montaggio di targhe lunghe.  Quelle quadrate non avevano adeguato alloggiamento, per cui finivano  schiacciate in basso contro il paraurti e in alto andavano a coprire il nottolino di apertura del cofano posteriore (foto 10). Una targa "corta" a due cifre era dunque  sicuramente più adatta, elegante e conforme ad un'auto prestigiosa e di rappresentanza. Il colore delle scritte rimane una questione irrisolta. Secondo la normativa vigente i caratteri avrebbero dovuto essere rossi poiché si trattava di veicoli del garage nobile. Così la terza vettura della Segreteria generale, come ordine di importanza, la Checker Marathon del 1965, era targata  SCV 13 in rosso su bianco. Invece entrambe le SEL300 avevano targhe in nero su bianco. Non so proprio spiegarmelo, accetto volentieri suggerimenti… All’ inizio degli anni ’80 le due vetture vennero ritirate dal servizio, senza essere radiate dal RAV: mantennero cioè le targhe, quasi a voler preservare la loro identità in modo permanente. Riconoscendo loro un privilegio per aver avuto a bordo alcune tra le personalità allora più influenti al mondo. Furono sostituite da altre Mercedes-Benz, più moderne e “compatte”: la scelta cadde su modelli della classe “S” (serie W126, commercializzata dal 1979). Le auto dismesse non erano particolarmente vecchie ed altresì in ottime condizioni, ma l’ estetica appariva superata a confronto delle agili classe “S”. Questa sorta di pensionamento anticipato fu probabilmente dovuto anche alla scarsa maneggevolezza ed al notevole ingombro delle vetture, due fattori che diventavano sempre più critici con l’ incremento del traffico sia romano che vaticano. Qui alcune vie anguste e alcuni cortili interni erano da sempre problematici per le grosse “strapuntinate”, la cui guida richiedeva agli autisti abilità e perizia. D’altra parte le 300SEL, comode e veloci, erano state concepite più per lunghi viaggi in autostrada che per tragitti urbani. Le due vetture furono parcheggiate presso la Motorizzazione vaticana. Proprio qui ebbi il privilegio di osservarle nel novembre 2013 nel corso del mio 4^ viaggio in Vaticano. Erano collocate in un locale appartato, angusto e buio, per cui i miei scatti fotografici di allora risultano poco nitidi e con pose angolate. Anche se non fui in grado di esaminare attentamente le due vetture, ebbi comunque la percezione della loro imponenza. Nel 2015 entrambe furono spostate e collocate ove si trovano tuttora: la SCV 11 fu depositata nel Museo delle carrozze mentre la SCV 12 fu trasferita a Castel Gandolfo, inserita nel percorso museale.
Nota. Le relative fotografie sono inserite nella photogallery, sezione “targhe tipo 4”.