Nel 1932 l’Italia aveva adottato, ai sensi del DM 28 dicembre 1931, il formato-targa posteriore “largo” misurante mm 320 X 220. Successivamente per effetto del DM 19 ottobre 1951 le dimensioni erano state ridotte a mm 275 X 200, e questo formato restò valido fino al 1976 quando, su disposto del DM 7 giugno 1974, fece la sua comparsa il noto modello a tre colori con sigle provinciali arancione. A partire dal gennaio 1963 la plastica aveva sostituito il metallo quale materiale di fabbricazione. Fatta questa premessa, osserviamo che alla fine degli anni ’40 lo stato vaticano aveva iniziato a rinnovare il parco veicoli: i vecchi modelli americani, di mole imponente, lasciarono gradualmente il posto a più moderne autovetture italiane Fiat e Alfa Romeo, più agili e adatte alla circolazione nel crescente traffico romano. Le vecchie targhe tipo 1, 2 e 3 continuarono peraltro ad essere utilizzate fino al 1964 quando vennero radiate le ultime, vecchie auto di rappresentanza rimaste in servizio, con targhe originali. Mi risulta anzi che dopo il 1945 venne prodotto un significativo lotto di targhe tipo 1, appunto destinato ai mezzi di rinnovo del parco auto vaticano. A tale periodo risale la produzione delle targhe del blocco SCV 480 - SCV 520: alcune però non furono mai utilizzate e proprio tra queste vi sono alcuni esemplari attualmente in collezioni private. E' noto che fino ai primissimi anni '60 gli uffici della Motorizzazione Vaticana rispondevano positivamente alle richieste di targhe per collezione. Nel 1950 furono introdotte le targhe tipo 4, adottando, con un certo ritardo, le stesse dimensioni di quelle italiane (modello 1933), più idonee per gli alloggiamenti sui nuovi veicoli, principalmente quelli di marca italiana. La targa posteriore è rettangolare, realizzata in metallo e presenta un bordo di contorno rialzato. I caratteri, in nero o rosso su sfondo bianco, sono in rilievo e così disposti su due file: in alto si trovano le lettere della sigla “S.C.V.”, ciascuna seguita da un punto rotondo in basso a destra; nella parte inferiore trova posto il numero d’immatricolazione, di due o tre cifre a partire da 11. Vi è incertezza sull' uso dei numeri a due cifre: sembrerebbero poco utilizzati, e comunque non disposti al di sotto delle lettere. ma a fianco. Le tre cifre alloggiano simmetricamente sotto ciascuna lettera. Il sigillo metallico ufficiale dello Stato, sotto forma di dischetto cilindrico appiattito, è collocato nel foro circolare appositamente ricavato lungo il bordo di sinistra della targa tra le due file di caratteri.
Le dimensioni principali della targa sono:
altezza targa mm 220
larghezza targa mm 320
caratteri: altezza per larghezza mm 88 X 48
spessore del tratto mm 11
bordino esterno rilevato mm 6
spazio tra le due righe mm 14
spazio tra lettere e tra cifre mm 35
La grafica dei caratteri è chiaramente derivata da quella della targa tipo 1, anche se la riduzione delle dimensioni comporta modifiche del disegno, così ad esempio nella S il tratto centrale è più obliquo.
Anche per la targa anteriore viene adottato il modello italiano in vigore all'epoca, abbandonando il formato vaticano quadrato, ormai anacronistico. Ricordo che il Ministero dei trasporti di Roma aveva introdotto dal 1934 con vari decreti (RDL n. 3179 del 1928; DL 5 luglio 1934; DM 26 settembre e 8 novembre 1934) la targa anteriore alta mm 62 e lunga mm 267, rimasta in vigore fino al 1985. La targa anteriore vaticana tipo 4 è metallica con bordo rialzato, è di colore bianco con scritte rosse o nere. Da sinistra trovano posto la sigla S.C.V. ed il numero di immatricolazione di due o tre cifre. Scarsa è la documentazione fotografica di queste targhe anteriori i cui caratteri misuravano mm 40 x 23.
Queste targhe tipo 4 targhe furono emesse in numero limitato per due motivi: perchè contemporaneamente continuarono ad essere spesso mantenute sui veicoli quelle di tipo 1 e perchè dopo pochi anni fu adottato per le targhe posteriori il formato italiano ridotto definito dal DM 18 ottobre 1951. Probabilmente il formato ridimensionato apparve attorno al 1954. Colori e struttura della nuova targa ridotta sono identici a quelli del modello precedente, con la sigla S.C.V. in alto ed il numero di immatricolazione in basso. La documentazione di targhe a due cifre esiste solamente per SCV 11, 12, 13 e 24. (vedi qui di seguito la "questione SCV 11 e SCV 12"). Il sigillo ufficiale dello stato è collocato nella stessa sede, ovvero lungo il bordo di sinistra della targa tra le due file di caratteri. Esiste peraltro la documentazione fotografica di targhe prive del sigillo.
Le principali misure sono:
altezza targa mm 200
larghezza targa mm 275
caratteri: altezza per larghezza mm 77 X 47
spessore del tratto mm 11
bordino esterno rilevato mm 6
spazio tra le due righe mm 18
spazio tra lettere e tra cifre mm 33
I caratteri, pur mantenendo la stessa grafica del modello precedente, appaiono modificati per il ridimensionamento sia della targa che degli elementi stessi. Anzi proprio l' esame dei caratteri consente di distinguere le due versioni di targhe tipo 4: osserviamo le due targhe qui di seguito: SCV 327 è targa "grande" del 1950 mentre SCV 332 è targa "normale" del 1954. Confrontando le cifre 2 e 3 si nota che nel primo caso gli elementi sono verticalmente allungati mentre nel secondo appaiono "schiacciati".
Ritengo pertanto opportuno riclassificare le targhe tipo 4 in due modelli:
targhe tipo 4 "grande" mm 320 X 220 ( 1950 )
targhe tipo 4 "normale" mm 275 X 200 ( 1954 ).
La targa vaticana ha un aspetto gradevole, improntato a semplicità. La realizzazione è di foggia artigianale, quasi pezzo per pezzo, come si può desumere da dettagli rilevabili in targhe con numeri di serie molto prossimi. Ho provato ad esaminare in fotografia alcune targhe tra SCV 177 e SCV 196:
--le estremità della S, della C e di alcune cifre quali 2 e 3 hanno lunghezza variabile.
--i punti rotondi a destra delle lettere sono posti a distanza variabile dalla lettera stessa e spesso non sono sulla stessa linea orizzontale;
--la cifra 1 in prima posizione talvolta è addossata alla seconda cifra, talvolta è al centro esatto del rettangolo virtuale al di sotto della S.
--delle cifre 3, 8 e 9 esistono più varianti grafiche.
La variazione dimensionale del 1954 non ha interessato la targa anteriore, per la quale è stato mantenuto il formato italiano del 1934. La descrizione dettagliata di questo modello è più agevole poichè disponiamo di una discreta quantità di materiale fotografico. La targa è metallica con un evidente bordo rialzato ed egualmente a sbalzo sono i caratteri. I fori di fissaggio sono sempre ai quattro angoli, adatti ai portatarga dei veicoli commercializzati in Italia. Lo sfondo è bianco e le scritte rosse o nere. Da sinistra trovano posto la scritta S.C.V., con i consueti punti tondi al piede di ciascuna lettera, e il numero di immatricolazione di due o tre cifre. Lo spazio tra le lettere e le cifre non è costante: sono note due diverse varianti. Nel 50% delle targhe note tale spazio è di circa mm 23, nel rimanente 50% è ridotto a mm 15 e ciò si traduce in una diversa presentazione: nel primo caso la sigla ed il numero appaiono nettamente distanziati, nel secondo tutti i caratteri si presentano "affollati", senza variazioni di spaziatura. In presenza di due cifre gli spazi tra tutti i caratteri vengono opportunamente allargati. Dal punto di vista grafico i caratteri sono identici, opportunamente rimpiccioliti, a quelli della targa posteriore.
Queste le principali dimensioni:
altezza targa mm 62
lunghezza targa mm 267
caratteri: altezza per larghezza mm 40 X 23
spessore del tratto mm 5
bordino esterno rilevato mm 5
spazi laterali mm 23
spazio tra lettere e tra cifre mm 15
spazio centrale tra sigla e cifre mm 15 / 23
Importanti informazioni sul sistema d’immatricolazione connesso alle targhe tipo 4 sono contenute in un documento che Bernt Larsson, prestigioso studioso di targhe internazionali, ricevette direttamente dal Governatorato vaticano. Si tratta di un vero e proprio carteggio realizzato tra il 1959 e il 1962: Larsson poneva precise domande e il Funzionario Incaricato dell’ Ufficio Veicoli, Mons. Aldo Viviani, rispondeva in modo dettagliato, dimostrando peraltro grande disponibilità e ampia conoscenza della materia. Nel 2009 Bernt, cui mi legano stima ed amicizia, mi ha donato copia del suo Carteggio, che si è rivelato indispensabile per il completamento del mio libro “Le targhe della Città del Vaticano”. Per le targhe tipo 4 fu ripreso lo schema numerico precedente, ma con attribuzione diversa: il Carteggio riporta genericamente che “hanno targhe a caratteri rossi su fondo bianco gli autoveicoli delle alte cariche e dignità della Corte e dello Stato; tutti gli altri hanno targhe a caratteri neri su fondo bianco“. L’ espressione “tutti gli altri veicoli” ritengo fosse riferita a quelli dello stato, ovvero della Santa Sede, del Governatorato e delle pubbliche amministrazioni.
Come di consueto, frequentemente i numeri d' immatricolazione venivano riutilizzati sulle targhe di nuova fattura.
Veicoli privati vaticani.
Non è ancora del tutto chiarita la posizione dei veicoli privati dei cittadini vaticani, non menzionati nel Carteggio. Nel 1971 Neil Parker ebbe dall’ Ambasciata britannica presso la Santa Sede l’ informazione secondo cui i veicoli privati vaticani erano immatricolati con targhe italiane EE (Escursionisti Esteri) nel blocco EE 29001-EE 42000. Se anche l’ informazione è corretta, il dato indicato è impreciso poiché i blocchi in questione dovevano ovviamente essere assegnati a Roma, ma mentre 27xxx nel 1962 e 31xxx nel 1965 furono effettivamente assegnati alla capitale, il blocco 41xxx era di Torino. Una fotografia degli anni ’60 scattata a Roma ritrae un prelato in procinto di salire su di una Mercedes-Benz targata EE1/3722: questo è un elemento di conferma circa l’impiego di targhe EE sui veicoli privati vaticani.
L' ipotesi che i veicoli privati fossero immatricolati con targhe SCV “nere”, ovvero indistintamente dai veicoli dello Stato, sembra definitivamente tramontata. Nel novembre 2013 è arrivata quella che ritengo la risposta definitiva alla questione: la Direzione della Motorizzazione Vaticana infatti ha confermato che prima dell' introduzione delle targhe CV (gennaio 1988) i veicoli privati dei cittadini vaticani erano immatricolati con targhe italiane "Escursionisti Esteri". Nel mese di agosto 2018 Marcello Taverna ha reperito presso la sede di Savona dell' Archivio di Stato un documento che rafforza ulteriormente questa tesi. Si tratta di una circolare, datata 29 gennaio 1949, inviata dal Ministero dell' Interno italiano alle Prefetture della repubblica. L' oggetto trattato è l'esenzione dal pagamento della tassa di circolazione per le vetture targate EE (escursionisti Esteri) appartenenti a cittadini dello Stato vaticano. A mio avviso è la conferma indiretta che, almeno a partire da quella data, i veicoli privati dei cittadini vaticani usufruivano di immatricolazione con targhe italiane EE. Allora, in sintesi, ribadisco il seguente schema per quanto concerne i veicoli privati dei cittadini vaticani:
1- Dal 1930 al 1948 (in corso targhe SCV tipo 1 e 2) targhe SCV con caratteri neri
2- Dal 1949 al 1950 (in corso targhe SCV tipo 1 e 2) targhe EE italiane
3- Dal 1950 al 1982 (in corso targhe SCV tipo 4) targhe EE italiane
4- Dal 1982 al 1987 (in corso targhe SCV tipo 5) targhe EE italiane, dal 1984 nel formato DL 11/11/82
5- Dal 1988 ad oggi (in corso targhe SCV/CV tipo 6/7) targhe CV con caratteri neri
Nel maggio 1971 ricevetti dal Segretario Generale del Governatorato, avv. Trocchi, dettagliate informazioni sui numeri di targa in uso. Su tale base propongo questa tabella:
SCV 1-10 rosso su bianco, veicoli del Pontefice
SCV 11-137 rosso su bianco, veicoli dei Cardinali e di alti Dignitari dello Stato
e auto di rappresentanza della Santa Sede
SCV 138-524 nero su bianco, veicoli dello Stato
Il criterio di assegnazione dei numeri restò immutato rispetto al periodo precedente: nel Carteggio si afferma testualmente che “per le nuove immatricolazioni ci si serve, normalmente, dei numeri vacanti”. Gli estremi della serie “nera”, da me verificati agli inizi del 1978, sono SCV 142 e SCV 516, mentre per la serie “rossa” il numero più alto è SCV 133. Numeri pienamente concordanti coi dati ufficiali.
Osserviamo questi quattro dati:
SCV 500 numero più alto al dicembre 1945 ( Carteggio ) tipo 1,2,3
SCV 523 numero più alto al marzo 1962 ( Carteggio ) tipo 1,2,3 e 4
SCV 524 numero più alto 1971 ( Gallina, dato ufficiale RAV ) tipo 4
SCV 526 numero più alto rilevato nel 1975 (dato Evangelista) tipo 4
Si nota immediatamente che il numero più alto non si è quasi mosso nei vent’ anni circa di targhe tipo 4 e che vi è una sostanziale sovrapposizione in termini numerici delle epoche 1930/63 e 1950/82: è un’ ulteriore conferma che il sistema utilizzava i numeri vacanti. Non si conosce la data precisa in cui cessò la produzione di targhe di tipo 4, ma personalmente ritengo di poter individuare l' anno nel 1982. Anche con le targhe di tipo 4 fu mantenuto il criterio di assegnare i numeri più bassi alle auto di rappresentanza al servizio delle più alte cariche dello Stato e delle personalità straniere in visita ufficiale in Vaticano: ho osservato la Mercedes-Benz SCV 11. Una preziosa foto di Troncatti mostra la targa anteriore SCV 12 di un’ altra grossa berlina Mercedes di rappresentanza, munita di due bandiere ufficiali: la sinistra è quella del Vaticano, la destra verosimilmente dello Stato il cui alto rappresentante è giunto per una visita ufficiale. I caratteri sono neri. Un' altra targa interessante è SCV 13 in rosso su bianco. Il numero basso è, come ho più volte specificato, collegato ad una vettura di alta rappresentanza. In questo caso si tratta di un' auto americana, una Checker Marathon Town Custom Limousine immatricolata nel 1965. Ma faccio un passo indietro. Nel maggio 1932 furono emesse le prime targhe vaticane tipo 1, e le prime auto così targate furono dieci vetture americane, quattro Cadillac 452B e sei "piccole" Buick Ltd 90. Le quattro Cadillac e due Buick furono assegnate al garage nobile come vetture di rappresentanza, e ricevettero targhe "rosse". Una delle Cadillac fu immatricolata SCV 13. Nel 1938 le vetture del 1932 furono in parte radiate dal Registro vaticano e vendute a Roma, in parte declassate e ritargate. Il parco veicoli di rappresentanza fu rinnovato con l' acquisto di cinque vetture, tre Cadillac V8 serie 75 e due Buick Ltd 90L sulle quali furono applicate le nuove targhe tipo 3. Una delle Cadillac fu targata SCV 13. A metà degli anni '60 queste vetture furono radiate, compresa la SCV 13. La targa passò allora alla nuova Checker: i tempi erano cambiati, e anche le targhe, così SCV 13 divenne targa tipo 4. La Checker Marathon Town Custom Limousine fu acquistata dall' amministrazione vaticana nel 1965 in Germania e fu subito destinata al garage nobile: ricevette le necessarie sistemazioni tecniche ed entrò a far parte della flotta di limousine assegnate a ruoli formali di protocollo. Dopo una trentina di anni di fedele servizio l' auto fu dismessa e venduta nell' ambito del collezionismo romano di auto d'epoca.
La questione SCV 11 e SCV 12.
Molte auto storiche sono conservate in Vaticano e tra queste nel novembre 2013 ho avuto la fortuna di visionare le due Mercedes-Benz 300 SEL serie W109 di colore nero, targate SCV 11 e SCV 12 e risalenti al 1967. Si tratta di due vetture di notevole ingombro (5 metri di lunghezza), in servizio come limousine di alta rappresentanza, note all'epoca, in ambiente vaticano, come "strapuntinate": nell' ampio abitacolo, davanti al divano posteriore, sono collocati due seggiolini (strapuntini) ripieghevoli, a disposizione di eventuale segretario/accompagnatore del prelato a bordo. Data la connotazione cronologica (le due vetture entrarono in servizio attorno al 1966) le targhe dovrebbero essere di tipo 4, ovvero con la posteriore “quadrata”, alta mm 200 e larga mm 275. Invece queste targhe sono rettangolari, di piccole dimensioni, all’ incirca mm 115 x 340, con i caratteri disposti su di una sola fila: una sorta di formato vaticano 5 “ante litteram” o, se si preferisce, un formato vaticano 3 “tardivo”. Queste targhe, bianche con caratteri neri, sono prive del sigillo ufficiale, e certamente originali. Ma come si spiegano queste targhe? Intanto va detto che un formato “alto” è visivamente poco adatto a contenere numeri di due cifre e che le Mercedes-Benz di quel modello erano predisposte preferibilmente al montaggio di targhe lunghe. Quelle quadrate non avevano adeguato alloggiamento, per cui finivano schiacciate in basso contro il paraurti e in alto andavano a coprire il nottolino di apertura del cofano posteriore. Una targa "corta" a due cifre è dunque sicuramente più conforme ad un'auto prestigiosa e di rappresentanza.
Nel 1938 comparve il formato tipo 3 delle targhe vaticane. Si trattava di targhe di dimensioni molto vicine a quelle delle targhe in questione, ed erano veramente poche: gli esemplari noti vanno da SCV 11 a SCV 15. Erano riservate all’ immatricolazione delle limousine di rappresentanza, generalmente Buick e Cadillac, al servizio di alti dignitari della Santa Sede e di capi di stato stranieri in visita in Vaticano. In questo formato le targhe anteriori avevano dimensioni di poco inferiori rispetto alle posteriori. Non vi sono fotografie sufficientemente chiare da poter stabilire con certezza se il sigillo ufficiale fosse presente, anzi ho proprio l’ impressione che mancasse. Ciò può sembrare strano ma in realtà riferendosi a veicoli sottoposti costantemente al controllo della Gendarmeria, non vi era certo bisogno di targhe validate ufficialmente, così come per le targhe SCV 1. E’ noto che nel sistema vaticano i numeri bassi venivano riutilizzati, sempre riservandoli a veicoli di rappresentanza, per cui la mia ipotesi è che quando le due Mercedes-Benz in questione rimpiazzarono le precedenti auto, fu esteso ad esse l’ utilizzo di targhe analoghe, ovvero di tipo 3, per evidenziarne il ruolo di alta rappresentanza. Una certa continuità con queste targhe del 1938 non pare fuori luogo, dal momento che almeno fino alla metà del 1964 risulta fossero ancora in circolazione. Le targhe anteriori sono invece nel formato italiano (mm 267 x 62), lo stesso che ritroviamo nelle targhe anteriori vaticane tipo 4. Dunque quando nel 1960 apparvero le targhe vaticane tipo 4, un piccolissimo gruppo di auto di rappresentanza mantenne il formato 3 per la targa posteriore, ma anteriormente fu adottato il formato italiano. Per queste ultime tuttavia osserviamo che alla fine degli anni '70 furono sostituite dalla versione tipo 5, in cui lettere e cifre hanno una differente spaziatura. Le caratteristiche grafiche delle targhe SCV 11 e SCV 12 sono ben apprezzabili dalle ottime immagini disponibili; aggiungo solo che si tratta di targhe fabbricate in materiale plastico rigido mentre le anteriori sono in metallo, materiale comunemente impiegato. Ma c’ è ancora un problema: il colore delle scritte. Secondo l’ impianto del mio lavoro queste targhe dovrebbero avere i caratteri rossi, invece sono neri, senza ombra di dubbio. Qui veramente non ho alcuna ipotesi da formulare: perchè SCV 11 e 12 sono "nere", mentre SCV 13 è opportunamente "rossa"?
targa posteriore tipo 3, SCV 11.14,12
targa anteriore tipo 3
targa anteriore tipo 4 (Troncatti)
targa posteriore tipo 4 a due cifre (Gallina)
stesso modello (Gallina)
targa anteriore tipo 4 (Gallina)